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Come risparmiare in cucina

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Se cercate sul web “come risparmiare”, vi si apriranno centinaia e centinaia di pagine, blog e siti, pieni zeppi di consigli, dai più classici ai più strambi.

Non va preso però tutto come oro colato, soprattutto se è scritto online, visto che ognuno è libero di dire ciò che pensa, e non sempre sotto c’è uno studio approfondito sulla materia.

In questo articolo troverete quindi POCHI, ma EFFICACI consigli, sperimentati prima da noi, che sull’argomento risparmio possiamo dire di essere abbastanza navigati.

Oggi parleremo di come risparmiare in cucina, ma se vi servono linee guida per iniziare a risparmiare nell’ambiente domestico in generale, vi rimandiamo a questo articolo Risparmio in casa.

– Uso consapevole degli elettrodomestici

come-risparmiare-in-cucinaCome tutti sanno, secondo la tariffa elettrica bioraria, conviene utilizzare gli elettrodomestici negli orari agevolati, che vanno dalle 19 alle 8 dei giorni feriali, e tutto il giorno nei festivi.

Si può risparmiare fino al 30% in bolletta, ma non è finita qui! Per quanto riguarda la lavatrice e la lavastoviglie, si può optare per i cicli di lavaggio economici, e si può evitare di procedere con l’asciugatura, che causa uno spreco di energia non irrilevante.
Per quanto riguarda il frigorifero invece, che ovviamente non può essere mai spento, ci sono dei piccoli accorgimenti che si possono adottare e che contribuiranno anch’essi al risparmio. Il frigo deve essere sempre collocato lontano da qualsiasi fonte di calore, e bisogna stare attenti a non inserire all’interno cibi ancora caldi. È conveniente fare scorta di cibo da tenere nella dispensa, ma bisogna stare attenti invece a non stipare troppo il frigorifero, perché ogni prodotto deve essere opportunamente distanziato dall’altro per non impedire il ricircolo dell’aria e alzare quindi la temperatura.

– Tornare all’autoproduzione

come-risparmiare-in-cucinaEbbene sì, per risparmiare conviene fare un salto nel passato e ricominciare a utilizzare la propria cucina un po’ di più. Fare il pane in casa è facile e veloce e prevede nel lungo periodo un grosso risparmio, invece che comprare pane confezionato al supermercato. Anche cucinare pasta fresca, come le tagliatelle, non è così complicato come lo si può pensare, e oltre al grande risparmio che si otterrebbe, potrebbe diventare un momento di aggregazione della famiglia, durante il quale tutti possono dare una mano (ai bambini poi solitamente “sporcarsi le mani” in cucina piace molto!).
La stessa cosa vale per torte, dolci e biscotti, e non dimentichiamoci della verdura! Cucinare la verdura surgelata è certamente più veloce, ma il processo di congelamento elimina tutte le proprietà della verdura, e secondo, ma non meno importante, la verdura surgelata ha un costo MOLTO ELEVATO rispetto alla verdura fresca. Andare dal fruttivendolo, comprare verdura ogni giorno, e cucinarla subito dopo, sono abitudini che tutti dovrebbero avere e che fanno sia risparmiare, che acquisire tante vitamine grazie alla verdura fresca.

– Riciclo

come-risparmiare-in-cucinaNon stiamo parlando della raccolta differenziata, ma del riciclo che si può fare dei prodotti che solitamente siamo portati a buttare via. Oltre ai veri e propri avanzi di cibo, che possiamo mangiare il giorno dopo (quanto è buona la pasta al forno, fatta con quella avanzata dal giorno prima!), ci sono delle piccole tecniche si possono usare per non sprecare quasi nulla.

Il pane avanzato, che diventa secco e duro, si può tenere da parte e grattugiare in modo da riutilizzarlo per la impanate o per vari ripieni.

Anche le bucce della frutta e degli ortaggi, o gli ortaggi stessi appassiti in frigo, si possono recuperare e utilizzate per creare un buon brodo vegetale, da consumare subito, o da congelare e riutilizzare all’occorrenza.

Secondo noi, con questi piccoli accorgimenti, potrete notare subito un bel risparmio nel vostro budget mensile per quanto riguarda le spese domestiche. Ovviamente i consigli per il risparmio non sono finiti, e se volete approfondire, potete visitare blog.CheBuoni.it, sempre aggiornato in questo ambito.

E a questo punto, non ci resta che dire… che il risparmio abbia inizio!

Bello il barbecue, e adesso chi pulisce?

come pulire il barbecue
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Vi siete divertiti a Ferragosto con i vostri amici? Il barbecue è sempre una splendida occasione per stare insieme. Il clima mite, il profumo della brace, le risate dei bambini, il verde intorno e le le tovaglie colorate fanno da contorno, eppure,…

…eppure alla fine c’è sempre chi deve pulire! Barbecue, griglie, unto dappertutto.

Inutile piangere, bisogna passare subito all’azione.

Prima regola: non aspettare che il grasso si “solidifichi” e si incrosti per bene, ma rimuovetelo prima possibile, quando ancora le griglie sono calde.

Quindi, siate previdenti, e prima di iniziare, munitevi di aceto, bicarbonato, carta-alluminio, e carta di giornale.

Con una spazzola di ferro togliete le incrostazioni più voluminose.

Poi appallottolate della carta-alluminio per utilizzarla come “paglietta abrasiva usa e getta”.

Dopo aver pulito le griglie queste dovranno essere lubrificate con olio di oliva per evitare il formarsi della ruggine.

Per evitare prodotti chimici molto aggressivi potrete utilizzare uno dei rimedi qui elencati:

  • Il caffè in polvere, ad esempio, o l’aceto per assorbire l’unto dalle superfici.
  • La coca-cola, di per sé acida, è molto efficace se lasciata agire qualche ora.come pulire il barbecue
  • Una soluzione composta di acqua e bicarbonato è sempre un rimedio utile, economico ed ecologico per le pulizie del barbecue e non solo. Inoltre, essendo il bicarbonato un ottimo assorbi odore, questo rimedio sarà più efficace per contrastare l’eventuale odore di pesce.
  • Per ammorbidire lo sporco si possono lasciare in ammollo per circa mezz’ora le griglie in un catino dove avremo sciolto mezzo bicchiere di sapone di Marsiglia in acqua molto calda. Ovviamente se lo spazio lo concede! Il sapone di Marsiglia su una paglietta inumidita crea un composto morbido che può essere passato direttamente sulle griglie. Il tutto poi va sciacquato benissimo.

TIP: se avrete cura di coprire le griglie con la carta alluminio prima di cominciare a cucinare, alla fine troverete molto meno grasso e unto da pulire. Inoltre eviterete che il grasso, gocciolando sulla brace, generi quel fastidiosissimo fumo, tra l’altro anche molto nocivo per la salute.

11 utilizzi alternativi per il tè verde

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Tempo fa abbiamo parlato delle bustine di tè e infusi riciclate in casa. E già da lì tante idee erano saltate fuori!

Oggi invece parliamo di Tè Verde e dei suoi 11 utilizzi alternativi.

In questo modo riciclando le bustine utilizzate o preparando infusi per l’occasione risolvo parecchi “fastidi” quotidiani.

  1. Spruzzando un infuso di tè verde su tappetini e zerbini, si allontaneranno gli acari della polvere.
  2. Con il tè verde e qualche goccia di limone realizzerai un tonico per il viso da utilizzare al mattino e alla sera.
  3. Le bustine di tè usate come impacchi faranno sparire congiuntivite e orzaioli
  4. Un infuso di tè verde con foglie di menta sostituirà egregiamente il nostro collutorio abituale.
  5. Il tè verde ben concentrato farà sparire i brufoli più rapidamente.
  6. Tè verde con l’aggiunta di tre cucchiai di sale grosso risulterà un ottimo pediluvio rigenerante.
  7. Consumare abitualmente tè verde aiuta a combattere il colesterolo nel sangue.
  8. Un infuso di tè verde con l’aggiunta di due cucchiai di aceto di mele, durante l’ultimo risciacquo, renderà i vostri capelli più morbidi e luminosi.
  9. Per combattere il problema della forfora massaggiare la cute prima dello shampoo con le bustine di tè verde.
  10. Il tè verde può sostituire l’acqua nella preparazione di torte o plumcake e rendere l’impasto più aromatizzato. Inoltre si potrà utilizzare per la preparazione di mousse, marinature, salse ecc
  11. In giardino, le bustine di tè verde accanto ai nostri vasi allontanerà parassiti e insetti.

E tu, conosci altri rimedi alternatvi con l’utilizzo delle bustine di tè verde?

 

Agar Agar Candy, simpatici esperimenti in cucina

agar agar
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L’Agar Agar è un prodotto che viene estratto dalle alghe rosse. E’ completamente naturale e viene utilizzato come gelatina in cucina al posto della colla di pesce.

La peculiarità di questo prodotto sta nel fatto che può essere utilizzato e riutilizzato. Infatti, in caso dovessimo abbondare con le dosi, si solidifica di nuovo, pronto per un altro prossimo utilizzo.

E’ insapore, pertanto non altera in alcun modo il sapore delle pietanze e, cosa da tener conto, non ha alcun impatto calorico sulla nostra dieta.

Per la sua formula del tutto naturale e vegetale viene usato principalmente nella cucina vegana e vegetariana.

Un cucchiaino di agar agar corrisponde a circa otto fogli di colla di pesce.

Adatto alla preparazione di budini, aspic, sformati dolci e salati.

L’agar agar si vende in barre o in polvere e per un litro di liquido ne occorreranno circa 4/5 grammi.

Passiamo ora a dare una ricetta facile facile per le Candy all’arancia che ho trovato nel sito Manine in pasta, così facile che anch’io riuscirò a prepararle!

Ingredienti:
Il succo di 2 arance (circa 200 g)
4 g di agar agar
20 g di zucchero
zucchero per “infarinare” le caramelle

Preparazione:

Spremere le arance. Mettere il succo (volendo lo si può filtrare) e lo zucchero in un pentolino. Portare a bollore ed aggiungere 2 grammi di agar agar, mescolando energicamente finché la polvere è ben sciolta. Trasferiamo in un contenitore rettangolare in modo da ottenere un rettangolo alto circa 2 cm.

Lasciare raffreddare per un bel po’ (un’ora circa dovrebbe comunque bastare), quindi iniziamo a tagliare a cubetti la gelatina per fare le caramelle…

E se l’impasto dovesse risultare ancora troppo molle… (continua a leggere su Manine in Pasta)

 

Una frittura perfetta, sana e croccante.

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Le regole per una frittura perfetta, sana e croccante. Patatine ma non solo!!

Quale olio?

L’olio migliore in assoluto per friggere è quello d’oliva extravergine. Fra quelli di semi, l’unico veramente adatto alla frittura è quello di arachidi, che resiste bene alle alte temperature. Questi due tipi di olio non si deteriorano eccessivamente durante la cottura.

Tuttavia, utilizzate sempre olio nuovo, evitando di riciclare l’olio già usato.

I vari miscugli di oli per friggere contengono tutti olio di girasole in grande quantità. Questo olio contiene una percentuale elevata di grassi polinsaturi che non sono indicati per la frittura. Quindi meglio evitarli. E soprattutto mai riutilizzarli una seconda volta.

Quale padella?

Non friggete nella normale padella a bordi bassi, tranne i cibi piatti (cotoletta, fettina di pesce ecc). A parte il rischio di schizzi (e se ci sono bambini in giro è proprio da prendere in considerazione), una padella contiene olio in quantità insufficiente. Questo fa sì che le patatine (o gli altri fritti) rimarranno molto attaccate fra di loro e non friggeranno bene, ma ci sarà anche un abbassamento notevole della temperatura dell’olio quando immergerete le patatine. A discapito della qualità della cottura e della quantità di grasso assorbito dal cibo.

Quindi, padella alta con cestello oppure friggitrice elettrica.

Per friggere cibi piatti (cotoletta, fette di verdure) potete utilizzare una padella bassa, però con una buona quantità di olio.

Come friggere?

E’ molto importante friggere le giuste quantità. Se mettete troppe patatine (o troppe frittelle o troppe verdure) nell’olio tutte insieme, si attaccheranno fra di loro e, ancora una volta, faranno scendere la temperatura provocando un eccessivo assorbimento di olio da parte del cibo. Per capirci, in una padella alta per fritto oppure in una normale friggitrice elettrica, la quantità giusta è di una grossa patata tagliata a patatine, oppure 2 patate medie.

Quale temperatura?

Non far mai raggiungere all’olio il punto di fumo (si vede dall’olio che emette fumo, appunto): inizia a deteriorarsi e non è più sano friggerci alcunché.

Patatine: Contrariamente a quanto si crede in generale, meglio non friggere le patatine a temperatura molto alta. Fanno in tempo a bruciacchiare fuori prima di essere cotte all’interno.

La temperatura ideale è sui 150°. Nessun problema con la friggitrice elettrica, con la padella a bordi alti invece controllate così la temperatura: buttate un pezzo di pane nell’olio. Se inizia a sfrigolare piano, con piccole bollicine, la temperatura è giusta. Se invece inizia subito un gran bollore, la temperatura è già troppo elevata. Volendo, potete cuocere le patatine in due volte: prima friggetele a 150° fino a quando sono leggermente dorate, poi scolatele. Portate la temperatura a 180° e friggete nuovamente per pochi secondi per formare una bella crosta dorata.

Deponete le patatine su un doppio strato di carta assorbente. Se vedete che c’è molto olio sulla carta, trasferite le patatine in un altro piatto, sempre con doppio strato di carta. Non copritele con altra carta perché l’acqua che evapora inumidisce le patatine e non saranno più croccanti. Cospargete con una presa di sale.

In pastella: la pastella è adatta per quei cibi che cuociono in fretta, come i pesci piccoli, le verdure a fette o la frutta. La temperatura giusta è di circa 170°, per permettere al cibo di cuocere all’interno senza che la pastella bruci.

Infarinato: semplicissimo e perfetto per tutti i frutti di mare, che non si disfano durante la cottura. Provate a mettere una manciata di farina in un sacchetto, introdurre i cibi (magari non tutti insieme se si tratta di grosse quantità!) e scuotere il sacchetto ben chiuso. Basterà poi scuotere il cibo per eliminare la farina in eccesso. Temperatura: vanno bene 180-190°.

Dolci: frittelle, bomboloni, biscotti. In questo caso conviene utilizzare olio di arachidi che ha un sapore abbastanza neutro. Le frittelle, generalmente preparate con pastella cremosa e un agente lievitante, gonfiano durante la cottura e possono assorbire molto olio. E’ più che mai necessario asciugare con ottima carta assorbente cambiandola almeno una volta se possibile.

Quante volte?

E’ ragionevole proporre il fritto, di qualunque tipo, patatine o altro, una volta a settimana, due al massimo. Meglio due volte il fritto casalingo di qualità che una sola volta il fritto magari in bustina, preparato con oli di dubbia provenienza, quasi mai indicati chiaramente in etichetta, oppure in un ristorante che difficilmente cambia il proprio olio ogni giorno.