Si scrive Hygge si pronuncia “felicità”. Sarà proprio così?

Hygge La via danese per la felicità

Hygge è davvero sinonimo di felicità? Sarà invece una moda, sarà suggestione?

Intanto se ne parla già da un po’. Difficile pronunciarlo, igghi, aigghi, egghi, ma in fondo cosa importa, purché si comprenda il concetto.

Il libro che ne parla è questo: Hygge, la via danese alla felicità di Meik Wiking e lo puoi trovare in vendita anche su>>> Amazon

Ho ricevuto in regalo questo libro qualche mese fa e solo adesso ho avuto modo di leggerlo, complice l’avvicinarsi delle feste natalizie, l’atmosfera invernale, la cioccolata calda, le candele profumate e il plaid sul divano davanti al camino…

…ops, ma io non ho un camino! 🙄  Netflix vale lo stesso?

A proposito sapete che se cercate su Netflix un film dal titolo “Camino” esce fuori un bel fuoco scoppiettante a farvi compagnia in questi pomeriggi dalle temperature polari? Peccato non possa emettere calore ma l’impressione di avere un camino (seppur finto) in casa fa comunque il suo bell’effetto!

Hygge e Netflix

Torniamo alla nostra atmosfera Hygge, perché di atmosfera si tratta. Non so quanto di reale ci sia in questo libro, sicuramente esiste una predisposizione per la felicità in ognuno di noi. Già dalle prime pagine, se sarete pronti ad accogliere ogni piccolo suggerimento, potrete ricreare più facilmente “la via danese alla felicità” in casa vostra.

Al contrario, cinismo e scetticismo non aiutano per nulla, evitate la lettura se siete prevenuti circa l’argomento “casa-felicità”

Amare la propria casa non presuppone esclusivamente “sfaccendare h24”, anzi, chi mi conosce ormai sa che lotto ogni giorno, da quando ho aperto questo mio sito, per ribadire il concetto che le faccende sono solo un aspetto marginale (ma essenziale!) per avere una casa pulita.

Poi però bisogna renderla accogliente, esteticamente bella, vissuta, che ci faccia sentire protetti e al sicuro come in un nido.

Per fare ciò ecco spiegata la filosofia Hygge!!!

Praticamente io ero Hygge ancor prima di conoscerne l’esistenza!

Vi dirò in 10 punti essenziali in cosa consiste questa magica “arte”:

  1. Atmosfera. La luce ha un’importanza strategica. Pensate che ogni danese brucia circa sei chilogrammi di cera ogni anno.
  2. Presenza. Spegnete i telefoni e state insieme davvero.
  3. Piacere. Basta un caffè, una cioccolata calda o dei biscotti. Come un vecchio detto dice “Non si può comprare la felicità, ma si può comprare una torta, ed è quasi la stessa cosa!”
  4. Parità. Non siate esuberanti nella conversazione, abituatevi all’ascolto.
  5. Gratitudine. Non è difficile, apprezzate i piccoli gesti quotidiani. Fatelo più spesso.
  6. Armonia. Non ostentate i successi, siate meno vanitosi.
  7. Comfort. Fate una pausa da tutto e da tutti, mettetevi comodi e godetevi il meritato relax.
  8. Tregua. Lasciamo a dopo le negatività e i motivi di confronto e discussione.
  9. Condivisione. Raccontate e rivivete i ricordi piacevoli.
  10. Riparo. Create il vostro angolo Hygge per ripararvi dagli agenti esterni, rilassarvi e, perché no, abbassare un po’ la guardia.

La Hygge si può gustare, udire, toccare, fiutare e vedere.

Le luci tremolanti delle candele, il crepitio del camino acceso, il plaid morbido e i dolci profumati fanno la loro parte.

Ma soprattutto la Hygge si può provare.

E’ un indicatore della fiducia che riponete nelle persone e nell’ambiente che vi circondano.

E voi in casa avete il vostro Hyggekrog?

Ossia un angolo della stanza dove potete accoccolarvi sotto un plaid, vicino ad una finestra, sui cuscini morbidi e con una tazza di tè fumante tra le mani? Non deve necessariamente rispondere a questa descrizione, basterà una zona comfort che vi faccia sentire protetti e al sicuro.

Qual è l’elemento imprescindibile del vostro Hyggekrog? Per me il calore di un abbraccio e per voi? Scrivetelo nei commenti.

Hygge La via danese per la felicità

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2 Responses to Si scrive Hygge si pronuncia “felicità”. Sarà proprio così?

  1. Cristina ha detto:

    Me lo sono comperata 😉

    • giorgia ha detto:

      Per alcune cose mi ci rivedo molto, per altre meno, ma devo dire che leggerlo mi ha dato motivo per rallentare un po’ i miei ritmi, avevo bisogno di qualcuno (in questo caso un libro) che me lo ricordasse!

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